- La
lenta evoluzione da paese agricolo a stato moderno ed industrializzato; -
la brusca e logorante rivoluzione (1910- 1920); -
l'ascesa delle classi borghesi alla guida del Messico post- rivoluzionario;
- la scoperta di un mondo sommerso e dimenticato: le radici
preispaniche e la cultura popolare.
La nascita del muralismo messicano è profondamente
calata in questo contesto.
Le masse che durante la rivoluzione entrano in scena in modo imponente
sono osservate e interpretate dagli artisti, la loro storia e le loro tradizioni
(identificate da quegli anni in poi con le tradizioni dello Stato Messicano) sono
narrate sui muri degli edifici delle grandi città. La cultura ufficiale fa propria
questa scoperta.

Emiliano Zapata |
Zapata tornerà Cardellino
mattutino sovrano delle cime guarda in che modo tanto triste hanno
ucciso Emiliano. Ruscelletto impetuoso, che ti disse quel garofano?
Dice che il comandante non è morto, che Zapata tornerà. Canzone
popolare |
Viene
individuata l'esistenza di un'identità culturale messicana (lo spirito messicano),
latente, che attraversa tutte le epoche manifestandosi nell'arte, nelle tradizioni
popolari, nelle espressioni culturali e tradizionali di tutti gli abitanti della
regione. La rivoluzione del 1910 ha avuto un ruolo fondamentale nel disvelare
questo spirito messicano, che diverrà poi il nucleo centrale per la costruzione
di un'identità nazionale.Quest'assunto importante verrà ripreso negli anni successivi
da Octavio Paz che parlerà di Révolution come Révelation:
"...La Rivoluzione del Messico non fu che la riscoperta del Messico da parte
dei messicani...", rivelazione delle radici culturali dello stato messicano,
che affondano nella recente storia coloniale e soprattutto nelle cultura precolombiana,
che improvvisamente appaiono in tutta la loro importanza agli occhi dei messicani.

La locandina del film
Della
rivoluzione messicana ci parla John Reed che tra il 1913 ed il 1914 è,
come giovane inviato del New York Post, in Messico al seguito degli insorgenti
di Pancho Villa che accompagna in guerra. Gli articoli che scrive per il
suo giornale sono l'ossatura centrale su cui si basa il libro Insurgent Mexico,
pubblicato a New York nel 1922. Di tutt'altro genere la visione dello scrittore
David Herbert Lawrence, in Messico dal 1923 per lavorare ad un romanzo
sull'incontro tra la cultura europea- statunitense con quella messicana (qui rappresentata
con la sopravvivenza degli Aztechi nel Messico moderno).

Pancho Villa
| Sguardo
molto diverso da quello di Reed, nel Serpente Piumato Lawrence ci immette in una
realtà esotica e spirituale, che pare non aver risentito della cultura occidentale.
I documenti esaminati
in seguito appartengono ad un periodo particolare della storia europea: gli anni
del crollo della Repubblica di Weimar e dell'ascesa del nazismo, della sanguinosa
Guerra Civile Spagnola, dell'autoritarismo stalinista in Unione Sovietica. Per
gli intellettuali europei dissidenti, il Messico incarna in questi anni l'idea
dell'isola democratica in cui rifugiarsi "…Nel periodo tra le due guerre il Messico
esercita una grande attrazione per gli intellettuali francesi. Durante i sette
anni della presidenza di Lázaro Cárdenas (1934- 1940) il Messico è un'isola democratica
in un mondo che va alla deriva. L'asilo politico che Cárdenas concede a
Trotskij è una piccola, ma importante, manifestazione della liberalità
e dell'indipendenza di un governo…". Dopo la rivoluzione del 1910, infatti, il
Messico è governato da un partito che si dice successore della rivoluzione; a
fasi alterne questo partito porta avanti una serie di riforme finalizzate a rendere
il paese uno stato moderno e dotato di una propria identità culturale.
Majakovskij è in Messico nel 1924. La mia scoperta
dell'America, è il diario del viaggio che compie tra il 1924 ed il 1925 nel
continente americano. Messico è il titolo del capitolo dedicato all'unico stato
dell'America Latina che "scopre". Appassionato della storia
recente del Messico e dei suoi abitanti, il reportage del poeta russo apre anche
una riflessione sul rapporto tra l'avanguardia europea e la cultura messicana
di quegli anni: non era possibile la comprensione reciproca, rappresentando entrambe
troppo peculiarmente due tipi di società molto differenti. In Messico la via del
rinnovamento dell'arte e della rottura con le regole passa inevitabilmente per
il fatto politico (la rivoluzione); non può che esserne espressione un'arte che
cerchi di coinvolgere la maggioranza delle persone (gli abitanti degli stati più
poveri e lontani dal centro, Città del Messico, esclusi fino a quel momento dai
circuiti culturali).
La pittura sui muri degli edifici pubblici assume, dopo la rivoluzione, una
funzione comunicativa e didascalica, funzione che negli anni precedenti aveva
già assunto anche la stampa popolare, diffusa in tutti gli strati della popolazione,
di cui José Guadalupe Posada è stato il personaggio più rappresentativo insieme
a José Clemente Orozco negli anni successivi.
Orozco
- Antico sacrificio umano
Nel
1927 Max Ernst e la sua compagna visitano il Messico, decidendo di stabilirvisi
per un breve periodo. Tra il 1931 ed il 1932 anche Ejzenstejn percorre
il Messico da "nord a sud, da est a ovest" (come viene spiegato nell'introduzione
del film- documentario Que viva México!) guidato da Rivera,
Siqueiros ed Orozco, alla
ricerca di materiale per il suo film americano che non vedrà mai montato. Antonin
Artaud, rotti ormai da dieci anni i legami con il gruppo surrealista, nel
1936 va nella zona desertica centro- settentrionale del Messico per studiare i
riti legati all'assunzione del peyote tra la popolazione
tarahumara e per cercare "...una nuova idea dell'uomo". Quando
nel 1936 Diego Rivera chiede asilo politico per Leon
Trotskij, il presidente Lazaro Cardenas, fautore di una politica di modernizzazione
economica e leader del Parito Rivoluzionario Nazionale tornato al governo dopo
gli anni della dittatura militare di Plutarco Calles, non esita a concederglielo.
Il viaggio
di Andrè Breton in Messico coincide con il periodo in cui Trotskij
vi è ospite. L'incontro con "...l'uomo che fu la testa della rivoluzione del 1905,
una delle due teste di quella del 1917...e le cui opere fanno più che istruire
poiché spingono a drizzarsi...", la redazione del Manifesto per
un'arte rivoluzionaria e indipendente e la fondazione del F.I.A.R.I. ("Federazione
Internazionale dell'Arte Rivoluzionaria e Indipendente"), l'inaugurazione di un'Esposizione
Internazionale del Surrealismo a Città del Messico nel 1940 sono i fatti salienti
di questo viaggio. Tornato in Francia, Breton parla del Messico
come "paese surrealista" in ogni suo angolo, ricorda e loda Frida
Kahlo definendola pittrice surrealista. |