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David
Alfaro Siqueiros ( 1896-1974 ) È in questo periodo che insieme a Rivera e Orozco nasce la pittura murale messicana, nel '24 fonda e dirige El Machete, un settimanale ricco di argomenti attuali e non solo di arte, più volte imprigionato è costretto all'esilio nel '32. Sarà presente in California, Uruguay, Argentina, a New York, va in Spagna tre anni per difendere la repubblica, ritorna in America, viene di nuovo imprigionato, rilasciato, nel '66 gli viene conferito il massimo riconoscimento governativo, il Premio Nazionale d'Arte, muore nel 1974. « Senza la rivoluzione non ci sarebbe stata la pittura messicana » su queste parole si basa tutta l'arte di Siqueiros, nel famoso Appello agli artisti d'America del '21 proclama la necessità che l'arte, con la potenza delle immagini, possa parlare direttamente alle masse popolari capaci di trasformare la società e quindi le opere non saranno più nei musei che sono luoghi dove può andare la gente che ha tempo, ma per la gente che lavora, per il popolo l'arte potrà essere vista per le strade, nei palazzi pubblici e in tutti quei posti dove si raduna, il murales è quindi l'espressione concreta dell'arte. |
La nostra immagine attuale (1947, cm. 223 x 175): rappresenta l'immagine di un uomo cresciuto, grande, forte, muscoloso, con queste grandi mani in primo piano che da un lato donano e accolgono allo stesso tempo, invitanti ma anche supplichevoli, e che alla fine mostrano uno stato di incertezza che ci riporta a quel non volto, ad un viso coperto, cieco, grigio che ricorda la pietra pomice, bucherellata, spugnosa, eruttiva, leggera ma ruvida al tatto. Come tutte le sue opere anche questa è di forte impatto emotivo, carica di forza e vitalità, di quel dinamismo e di quell'impegno politico che è sempre stato presente in tutte le sue opere. La sua arte è sostanzialmente un insieme di surrealismo e ricerca, ritrovamento ed elaborazione dell'arte popolare messicana. |
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